In Lambretta alla scoperta dell'Australia. Terza parte: Pert (Fremantle) - Sidney
Fremantle, il primo insediamento sulla West Coast, Kalgoorlie città dell'oro, la desolata interminabile torrida e affascinante Nullarcor Plain, Sidney la superba e Bondi Beach la Sanremo australiana. Perth/Fremantle - Sidney sarà l'ultima tappa prevista nel continente australiano di oltre 4500 km che ci porterà a percorrere 42.000 km e superare, con le nostre incredibili Lambrette, la lunghezza dell'equatore. La certezza di poter percorrere con le sotre "mitiche" una distanza così lunga senza eccessivi problemi è maturata quando arrivammo qualche anno fa a Capo Nord, durante il primo lungo viaggio. Ed è proprio a Capo Nord che abbiamo provato la gioia di aver raggiunto, malgrado la fatica e il freddo pungente, l'obiettivo che ci eravamo prefissati e siamo stati incoraggiati ad intraprendere altri viaggi con altrettanti obiettivi, tutti molto affascinanti ed impegnativi. In questi raids con le nostre Lambrette non abbiamo mai perso la consapevolezza di considerare i nostri scooters una estensione del nostro corpo in quanto l'arrivo poteva essere raggiunto solo mantenendo uno stretto rapporto di comprensione e cura nei confronti di un mezzo così generoso. Dopo aver sostituito i paraoli dell'albero motore della mia "A" che ci avevano creato problemi a circa 70 km da Perth, ripuliamo per bene dalle incrostazioni testata e cilindro, sostituiamo il pneumatico posteriore e la tiranteria del cambio che aveva acquistato un gioco eccessivo e sostituiamo anche la forcella della 150D di vanes danneggiata a causa di un rovinoso incidente. Controllati i livelli e registrate le puntine le nostre Lambrette sono pronte alla partenza. IL GRUPPO Il convoglio sarà composto da Vanes con la 150 D e da Jean Claude, affermato dentista di Cannes e presidente del Lambretta Club Francia che condurrà all'arrivo la Lambretta di Nadia che, per impegni professionali, non potrà questa volta essere con noi ma ci seguirà idealmente; inoltre a completare il convoglio ci sarà Maria con il suo Honda Spacy. Venuta a conoscenza del nostro viaggio attraverso l'Australia, Maria, ingeniere elettronico alla Telstra (l'azienda telefonica australiana) si mette in contatto con noi per condividere l'esperienza dello scooterismo a lungo raggio attraverso il suo paese. Informata che la nostra velocità di crociera sarebbe stata di gran lunga inferiore alla sua, accetta ugualmente di essere con noi. Maria si presenta puntualmente alla partenza con un equipaggiamento completo, elegante, professionale, super organizzata in tutto, tale da farci sentire un pò "Armata Brancaleone". In effetti dobbiamo dire che nella scelta dell'equipaggiamento abbiamo preferito colori e fogge in sintonia con i mezzi più datati. Maria è stata "un compagno" attento, puntuale, paziente, spiritoso ed entusiasta di far parte del clan. Ci sarà utilissima in molte occasioni, sempre nello scegliere i vini. LA PARTENZA... E SUBITO IN PANNE Dopo aver suggellato la nostra unione con una simpatica cenetta a base di pesce in compagnia di John, Mat e consorti, che ci avevano cortesemente ospitati nel loro atelier per i preparativi, siamo pronti alla partenza. Alcuni scooteristi del Centurion Scooter Club di Fremantle e il suo presidente Vince, dopo aver tagliato il nastro della partenza ci scorteranno attraverso il traffico fino all'uscita della città . Il convoglio sembra ben avviato e sicuro ma a malapena raggiungiamo la periferia di Perth. Infatti rileviamo problemi all'accensione della 150 D di Vanes. Sostituito il condensatore, siamo ospiti di Vince che per essere certo che tutto funzioni, ci seguirà per un centinaio di chilometri attreverso le montagne che separano la costa dall'altopiano. Raggiungeremo Southern Cross con il buio; Maria, in coda al convoglio, grazie alla sua efficiente fanaleria, illuminava il percorso di fronte a noi e impediva che, non visti, venissimo travolti dai trucks. Dormiremo nel Grand Hotel della cittadina mineraria. Stile anni 20, l'albergo era strutturato ad ospitare moltissimi operai delle miniere; ora non più: esaurite le miniere le camere sono in gran parte deserte. Giungiamo però troppo tardi, la cucina è gia chiusa, ma riusciamo ugualmente a mangiare quanto rimasto nel buffet, il tutto offerto gentilmente dalla direzione dell'Hotel. Il caldo si fa sentire e la temperatura a di poco al di sotto dei 40°C. Raggiungiamo Coolgardie nel tardo pomeriggio. Città mineraria con circa 20.000 abitanti, 600 km da Perth è la regina del "Golden Mile". Ha visto diminuire la propria importanza per l'esaurimento delle miniere aurifere alla fine degli anni venti per poi riprendersi dopo il boom derivato dalla scoperta del nichel negli anni '60. Anche qui costruzioni e alberghi stile "primi novecento" mantengono il fascino della città di frontiera. La strada, ottima, superate le alture ad est di Perth, dopo aver raggiunto l'altopiano, procede verso est fino a Kalgoorlie, da qui le Lambrette filano senza troppi problemi prendendo verso sud fino a Norseman. LA EYRE HGW E LA NULLARBOR PLAIN Da Norseman seguiamo la Eyre Hgw che attraversando l'interminabile, torrida e desolata Nullarbor Plain raggiunge Port Augusta. La Eyre Hgw prende il nome dell'omonimo esploratore che, con il compagno Baxter, percorse questa regione nel 1841, riportando informazioni utili alla colonizzazione del paese. Per la cronaca, questa che ora è una importante via di comunicazione, all'epoca era solo una pista fangosa durante le piogge e un'arida traccia polverosa in estate. Veniva percorsa in bicicletta nel 1909, poi in auto nel 1912 da Francis Birtles; più tardi, nel dicembre del 1926, da un gruppo di ardimentosi motociclisti in un famoso Rally organizzato dal Western Australian Harley Club. La Eyre Hgw è stata resa percorribile in ogni stagione solo nel 1976. I lavori cominciarono negli anni quaranta per motivi strategico-militari e nel 1951veniva istituito un servizio di trasporti Sydney-Perth e ritorno: 9600 km in "soli" 27 giorni; nel 1968 il traffico giornaliero era calcolato in 80 veicoli! Facciamo il pieno e un piccolo spuntino i quanto fino a Balladonia non ci saranno altre possibilità di rifornimento. La strada in un continuo saliscendi attraversa dapprima una vasta boscaglia che gradualmente si trasforma in deserto cespuglioso. In realtà Balladonia è solo una stazione di servizio "Road House" con possibilità di pernottamento, un buon ristorante con annesso un piccolo ma ben realizzato ed interessante museo, con la storia di questa importante via di comunicazione. E' qui che veniamo a conoscenza, dalle foto esposte nel museo, che nel 1926 venne organizzato l'epico tour motociclistico Perth-Sidney-Perth. La piccola colonna prosegue ronzando lentamente ma senza incertezze verso Est e Maria pazientemente ci segue preoccupandosi di avvisare chi precede la fila in caso qualcuno di noi dovesse, per qualsiasi motivo, fermarsi. Tra Balladonia e Caiguna un cartello avverte che sta per iniziare il più lungo rettilineo in Australia. Lunghezza 146 km, tutti senza una curva, senza una seppur minima piega. L'arsura e il caldo torrido vengono spezzati inaspettatamente da una leggera pioggia che porterà refrigerio al nostro viaggio; dobbiamo però rimuovere il fango dai parafanghi per evitare il bloccaggio delle ruote. Lungo il nostro percorso vediamo branchi di Emu e di canguri che incuriositi si voltano al nostro passaggio, indecisi se attraversare la strada o no! A Cocklebiddy, dove ci fermiamo per trascorrere la notte, ci informano che purtroppo ci saranno disagi in quanto il generatore è in avaria. In queste stazioni isolate, tutto, o quasi, dipende dal generatore di corrente. Quando, per qualche guasto, il generatore non funziona, non è possibile fare rifornimento, cucinare e soprattutto, se il fermo è prolungato tutte le provviste di carne e altro rischiano di deteriorarsi irreparabilmente e si potrà utilizzare solo l'acqua della cisterna. RAGAZZI ULTRACINQUANTENNI I miei compagni si dimostrano da subito entusiasti del viaggio intrapreso, talvolta chini sui manubri lanciamo al massimo le nostre Lambrette come ragazzini in competizione. Maria ci segue, guarda e non capisce... Superiamo il Madura pass, percorrendo la vecchia strada abbandonata. Dall'alto del passo si gode di un'ottima vista sulla sterminata e desertica "Nullarbor Plain": Nullarbor infatti significa senza alberi. Da Madura Oasis la strada si avvicinerà all'oceano e quindi si potrà fruire della fresca influenza dei venti dal Sud. I quattro scooter continuano senza problemi, tranne la rottura del cavo dell'acceleratore della A, che ci obbliga ad una breve fermata. Pazientemente Maria ci segue con il suo scooter che ha l'aria di essere estremamente comodo e veloce, beata lei! Giungiamo alla Roadhouse di Nullarbor che prende il nome della omonima pianura: il cartello riporta le distanze verso est e verso ovest. E' proprio come essere al centro del mondo! Ci accorgiamo che Maria non è più con noi. Si era fermata per fare un rabbocco di benzina e ci aveva rassicurato con un cenno facendoci intendere che ci avrebbe raggiunto. Passano 20 minuti ma ancora non appare all'orizonte. Qualche battuta sull'inaffidabilità degli scooter giapponesi... e un automobilista ci avvisa che la nostra compagna è ferma a 15 km. Ritorniamo sui nostri passi; solo un falso contatto elettrico subito riparato. NEL GRUPPO OGNUNO HA IL PROPRIO COMPITO Jean Claude, il "Comandante" in quanto uomo di mare e lunga esperienza sulle barche a vela gestirà i rapporti con gli Hotels/Motels cioè pagherà i conti, con la sua Credit Card. Vanes, "Oil Manager", seguirà la lubrificazione e sarà il supervisore per quanto concerne la ristorazione. Maria, Pierre, si occuperà dei rapporti con i locali e curerà l'aspetto culturale del viaggio. Io invece, depositario delle carte stradali, dovrò indicare l'itinerario e in qualità di "Petrol Manager" dovrò effettuare il rifornimento degli scooter. Eucla, la nostra prossima tappa, è visibile da lontano, posta sull'altopiano a strapiombo sul Gran Australian Buch. Confortevole punto di sosta, si può pernottare in un accogliente Motel e gustare, al ristorante il "fisherman basket" (fritto misto di pesce). Una strada sterrata conduce alla vecchia stazione telegrafica. La stazione telegrafica di Eucla, un imponente edificio ora un rudere semisommerso dalle dune di sabbia costiere, diventa nel 1877 "un punto importante per il congiungimento di Perth al resto del mondo". Circa 50 persone prestavano servizio presso la stazione che veniva rifornita dal mare ogni tre mesi, mentre la manutenzione della linea telegrafica veniva assicurata da operai in continuo spostamento con cammelli. Lasciate le Lambrette è d'obbligo una escursione a piedi sulle dune. Una enorme balena nel piazzale antistante il Motel, oltre ad essere il preferito sfondo per le foto di gruppo, ricorda che è possibile avvistare dal Cliff i grossi mammiferi frequenti in questo tratto di Oceano. Dalle piazzole facilmente raggiungibili e poco distanti dalla strada, si può godere di affascianti vedute sia dell'oceano che della scogliera a picco sul mare. Alla sera il ritrovarci a tavola è una piacevole occasione per scambiarci impressioni e per passare in compagnia la fine della giornata e fare il punto sulla tappa seguente. La 150 D condotta da Vanes si dimostra veramente indistruttibile anche se il trafilaggio dell'olio del carter ci obbliga a continui rabbocchi. Raggiungiamo Ceduna, famosa per le sue ostriche e quindi Straky Bay "a metà strada tra il sogno e il paradiso". Niente di più azzeccato, la spiaggia e il mare invitano a una sosta. Lasciate le Lambrette ci tuffiamo nello specchio d'acqua cristallina separato dall'oceano da una sola isola. A Port Lobatt ad una trentina di chilometri da Streaky Bay si possono vedere i leoni marini ma l'idea di percorrere sessanta chilometri di fuoristrada non ci affascina, considerando che le nostre Lambrette sono provate ormai da quasi quarantamila chilometri percorsi quindi non ce la sentiamo di correre ulteriori rischi. Vedremo la numerosa colonia dei leoni marini (circa 200) accompagnati in auto da un gentile automobilista del luogo che, improvvisandosi con successo in guida turistica e facendo qualche disgressione, ci permette di visitare anche altri angoli suggestivi della costa. Lasciamo l'oceano, la temperatura è elevatissima; puntiamo quindi a raggiungere Port Augusta attraversando la penisola di Eyre in un solo giorno. Arriviamo infatti a Port Augusta al tramonto. La serata al ristorante cinese ed un buon letto concluderanno la giornata. Ripercorreremo al contrario fino ad Adelaide la strada fatta qualche tempo prima provenienti da melbourne verso Darwin. MARIA CI LASCIA Con un pò di tristezza la nostra compagna si separerà da noi per andare verso Melbourne. Impegni di lavoro la costringono al rientro. Ormai soli, raggiungeremo senza inconvenienti Adelaide. Pulita, ordinata, con moltissime aree verdi, ristoranti, locali notturni e l'atmosfera ideale per chi viene dall'Outbak ci permetteremo un giorno di pausa per visitare la città e ovviamente dopo tanta astinenza, il ristorante italiano "Pasta House" in una via centrale. E proprio mentre lasciamo Adelaide che i dischi della frizione della "A" si incollano obbligandomi a veri e propri giochi di prestigio per poter procedere nel traffico, mentre la marmitta letteralmente scoppiata ha bisogno di essere riparata. Volgendo verso nord attraverseremo la Barossa Valley con distese di vigneti a perdita d'occhio. Pensate che lo scorso anno un solo viticultore ha piantato 50 km² di vigna! Passiamo anche Renmark con i suoi agrumeti. Le colture di ortaggi si alternano ai frutteti a alle estensione di grano. Costeggiamo il corso del Murray River, il fiume che poi si getterà nell'Oceano Pacifico attraversando Sidney. Ormai sentiamo che la fine del nostro viaggio si avvicina. I villaggi e le città attraversate sono insediamenti che risalgono ai primi anni della colonizzazione europea. Mildura, Grenfield, cowra, Bathurst. Non perderemo di visitare il Motor Museum a Bathurst e soprattutto di fare un giro sul circuito di Mt. Panorama. Al nostro arrivo il direttore del Museo è incuriosito dai nostri scooters e si dichiara interessato ad ospitarli nel Museo... e noi come facciamo ad arrivare a Sidney? THE BLUE MOUNTAINS Le Blue Mountains ci separano dal mare; sono l'unica catena montuosa di una certa elevazione. Una strada ripida e tortuosa ci porta alla sommità attraversando verdissimi boschi e isolati chalets, le Lambrette arrancano ma alla fine guadagnano la cima del passo, quindi raggiungiamo Katoomba nel tardo pomeriggio... Da Katoomba si dipartono molte escursioni sia a piedi che a cavallo sulle montagne circostanti. Da uno sperone roccioso lo sguardo spazia sul Blue Mountains National Park, un immenso polmone verde ancora incontaminato. LA FINE DEL NOSTRO VIAGGIO: SIDNEY Da qui la strada discende verso Sidney. Siamo inbreve avvolti nel traffico della grande città che si estende per un diametro di 70/80 chilometri. Abituati alle pianure e agli spazi immensi, ci sentiamo a disagio nel traffico cittadino. Ormai, con qualche giorno di anticipo, giungiamo alla fine del nostro viaggio australiano. Il punto di arrivo non potessa essere migliore di Bondi Beach. la spiaggia più esclusiva, più elegante e più bella di Sidney. Le più belle donne vengono qui, i ragazzi si incontrano il sabato sera con le auto supercromate e ruote da Formula 1, scarico aperto e stereo a tutto volume. Si sfidano, controllati a distanza dalla polizia, pronta ad intervenire per prevenire gli eccessi. Non potevano mancare sulla passeggiata le nostre Lambrette osservate con molto interesse sia dai giovanissimi che dai meno giovani. Maria ci raggiungerà in aereo da Melbourne per trascorrere gli ultimi giorni con noi. Maria, contagiata da noi, ormai sta progettando lunghi viaggi in scooter, forse "in solitario" o magari con altri scooters, ma più veloci questa volta! Trascorriamo gli ultimi giorni delle nostre vacanze visitando Sidney e i dintorni, il negozio di Paul, Scooter Center, appena inaugurato, la spiaggia e la cucina locale. L'obiettivo di percorrere la lunghezza dell'equatore è stato raggiunto e superato e, cosa molto importante, senza grossi problemi nè per le Lambrette nè per i partecipanti. In questo lungo viaggio attraverso tre continenti, abbiamo avuto l'opportunità di visitare paesi immensi, conoscere popoli e costumi diversi ed interessantissimi; soprattutto abbiamo conosciuto meglio le nostre Lambrette e noi stessi. Possiamo dire che questa esperienza, portata a termine in 142 giorni effettivi di viaggio, ci ha permesso di valutare il funzionamento e la durata delle parti meccaniche dei nostri mezzi. Come abbiamo altre volte rilevato, le nostre Lambrette hanno dimostrato una robustezza al di sopra di ogni aspettativa e soprattutto una eccezionale tenuta sui lunghi percorsi; cosa molto importante, negli ultimi chilometri sono state rilevate le seguenti velocità massime: Lambretta A posizione distesa 78 km/h Lambretta 150 D 84 Km/h! Non male vero? Come previsto le Lambrette sono ritornate in Italia e continueranno ad essere parte della storia di questo meraviglioso scooter, esempio irripetibile di un genio dell'industria, schivo, ma protagonista di grande talento, della ricostruzione italiana: Ferdinando Innocenti. Queste pagine dei nostri viaggi servano a ricordare quest'uomo e questo scooter. Nadia e Tino Sacchi, Vanes Pinardi, J.C. Mazzella di Bosco, Maria Moryto